Accessibile e user-friendly?

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Valentina Valbusa 25 Agosto, 2022

Accessibile e user-friendly?

Credo sia capitato a tutti di accedere a servizi online con la certezza che il digitale sia la soluzione più veloce ed efficiente rispetto al classico sportello. Il fatto di non doversi spostare fisicamente in un luogo ma di restare comodamente in ufficio o a casa, ottenendo lo stesso risultato in tempi ridotti, è già motivo sufficiente per scegliere l’opzione informatica.

Il digitale, se utilizzato in modo corretto, porta a diverse semplificazioni in tutti gli ambiti anche se c’è ancora chi non desidera collegarsi ad un PC (o usare il proprio smartphone) per espletare una pratica piuttosto che prenotare un appuntamento.

E’ anche vero che molte volte le "experience" evidenziano le criticità dell’architettura di sviluppo utilizzata, per lo più incentrata su aspetti funzionali ma poco attenta alla logica di utilizzo dell’utente finale: incompatibilità del software sui vari browser, librerie e tecnologie obsolete, spiegazioni poco chiare, confusione di contenuti sono alla base di un'insoddisfazione che si manifesta nell'abbandono dello strumento software che in realtà dovrebbe “semplificare la vita”. 

Queste situazioni denotano che usabilità e accessibilità spesso non sono considerate nemmeno in fase di progettazione di un software (emergendo, con notevole spreco di risorse, solo nella fase finale di test e collaudo).

E’ un vero peccato vanificare investimenti considerevoli nello sviluppo di un software, magari tecnicamente valido e complesso, ma incapace di concretizzare i benefici attesi.

Partiamo dalla definizione di usabilità e accessibilità. Sono la stessa cosa?
La risposta è no, spesso vengono confuse e utilizzate allo stesso modo in quanto hanno lo stesso obiettivo, cioè rendere la user experience positiva, veloce e fluida ma si rivolgono a utenti diversi: tutto ruota intorno al target di riferimento del progetto, se la sua esperienza finale è positiva, il software utilizzato acquista un valore maggiore.

L’accessibilità è la caratteristica di un dispositivo, di un servizio, di una risorsa o di un ambiente di essere fruibile con facilità da una qualsiasi tipologia d'utente, quindi rivolta ad un ampio pubblico che comprende tutte le categorie di individui: le persone senza deficit fisici o cognitivi, i disabili, i soggetti dotati di scarsi mezzi tecnologici o limitate conoscenze tecnologiche. Il suo scopo è rendere fruibile il web ad un elevato pubblico.

L’usabilità è definita dall'ISO (International Organization for Standardization), come l'efficacia, l'efficienza e la soddisfazione con le quali determinati utenti raggiungono determinati obiettivi in determinati contesti. In pratica definisce il grado di facilità e soddisfazione con cui si compie l'interazione tra l'uomo e lo strumento e può essere studiata in relazione ad un pubblico specifico in un'ottica rivolta al marketing e alla vendita, curando in particolare la navigabilità e le funzionalità del software.

Per verificare il livello di accessibilità si possono utilizzare appositi programmi di validazione automatica; per l’usabilità sono invece fondamentali i comportamenti degli utenti nelle fasi di interazione. L’analisi delle attività e dei tempi di utilizzo permette di valutare il grado di soddisfazione e il livello di performance del sistema.

L’adozione di un template studiato ad hoc o la scelta di una procedura guidata a misura delle persone a cui ci rivolgiamo, verranno ripagati da feedback positivi dell’utente, che saranno anche il principale motore di diffusione del progetto stesso.

Quando si parte con un progetto che richieda un coinvolgimento attivo dell’utenza, è fondamentale studiare adeguatamente come interfacciarsi con l’utente finale, per rendere la sua esperienza facile, utile e soddisfacente.

Senza dimenticare che maggiore usabilità significherà meno assistenza e un ritorno sull’investimento molto più veloce.

Sfatiamo infine il concetto che il digitale sia solo per pochi e richieda particolari conoscenze: bisogna sicuramente essere “in-formati”, magari supportati da chi ha le competenze richieste.
Tuttavia il digitale deve essere “a servizio” dell’utente, deve comunicare in maniera intuitiva e rendere questa esperienza talmente utile e piacevole da diventare preferibile rispetto alle alternative.

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